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Biografia di Andrea Palladio
Andrea è nato a Padova nel 1508. Lì suo padre Pietro della Gondola[1], che lavorava come mugnaio, aveva una bottega artigiana, dove anche Andrea lavorava.
Tra il 1535 e il 1538 veniva a conoscere Giangiorgio Trissino[2], che l'ha preso sotto la sua protezione e cominciava a cambiare radicalmente la sua vita. Trissino l'ho soprannominato Palladio, l'ho guidato nella sua formazione culturale improntata soprattutto sullo studio dei classici ed è andato più volte a Roma con Andrea. Qui Palladio si è trovato per la prima volta a contatto con le architetture che aveva imparato ad amare, poteva osservare i monumenti imperiali, le tecniche costruttive ed i rapporti spaziali. Ma i viaggi con il suo mecenate (Gönner) hanno significato anche l'incontro con i 'grandi' del tempo: Michelangelo, Sebastiano Serlio, Giulio Romano, Bramante.
Intorno al 1540 ha inizianto la sua attività autonoma di architetto, con opere come il Palazzo Civena a Ponte Furo (Vicenza) e la villa Godi a Lonedo. Nel 1549 si è situata l'episodio che l'ha consacreta definitivamente: la ricostruzione delle Logge della Basilica di Vicenza in sostituzione di quelle quattrocentesche. Da allora le nobili famiglie vicentine e veneziane si sono contenderati l'attività del Palladio. Inizia così il periodo più intenso dell'attività palladiana. Nel 1570, inoltre, Palladio ha pubblicato il trattato I quattro libri dell'architettura, espressione della sua cultura, dei suoi ideali ed anche della sua concreta esperienza.
Le tracce di Palladio sulle città dell'Italia del Nord
L'importanza di Palladio nella storia e nell'evoluzione dell'architettura occidentale non ha termini di paragonare. Nemmeno Alberti o Bramante nè Michelangelo hanno segnato in maniera tanto profonda e duratura l'arte del costruire fino a tutto l'ottocento. Le novità che introduceva Palladio rispetto alla precedente architettura sono clamorose.
Palladio creava un'architettura di nuovo genere per le case di campagna. Costruiva delle ville celebri per le nobili famiglie vicentine e veneziane. Palladio ha spiegato nel suo libro 'I Quattro libri d'Architettura' con molti particolari il modo per costruire delle case di campagna. Lì sottolineava che una villa deve essere composta da due fabbriche (Bauwerk) fondamentali: la residenza non urbana per il padrone e la famiglia e per governare e custodire (bewachen) l'entrata e gli animali.
Inoltre Palladio pensava anche alle bestie: le stalle degli animali da lavoro devono essere discoste dall'abitazione del padrone, acciocchè da quella siano lontani i letami (Mist).
Non dimenticava nemmeno il problema legato alla conservazione die vini ed infatti spiegava con precisione anche l'organizazzione delle cantine che devono essere fatte sottoterra, rinchiuse, lontane da ogni rumore, e da ogni liquido, e fetore (Gestank), e devono avere il lume da oriente, ovvero da Settentrione. Invece avendolo dall'altra parte, dove il sole può scaldare, i vini diventeranno deboli e guasteranno. Mentre i granai (Getreidespeicher) devono essere orizzontati verso Tramontana in modo che il frumento non venga troppo riscaldato dal sole ma anzi raffreddato dalle correnti d'aria.
L'aia, dove si lavora il grano, deve essere ampia e delimitata, almeno al lato dei portici (Säulengang), acciocchè nelle repentine pioggie si possano condurre i grani presto al coperto. Inoltre non deve essere troppo vicina alla resisdenza padronale a causa della polvere ma nemmeno troppo lontana da impedire il controllo constante dei lavori da parte del proprietario.
La sua creazione di un genere architettonicamente nuovo non è solamente marcato con i segni forti di un'architettura modernissima insieme all'antica, ma ha anche tante caratteristiche inconfondabili:
le logge (Säulenvorhalle)
le finestre serliane ed i finestroni termali
le ampie scalee
i vantissimi saloni centrali, che sono spesso cruciformi
la nettezza di disegno
una precisione fin nei dettagli
la massima libertà compostiva all'interno di un certo numero di combinazioni
i cicli decorativi alla moda
la matematica limpidezza (Klarheit) dei rapporti proporzionali
la apertura sul territorio
Un gruppo di palazzi realizzati a Vicenza e alcune ville costruite sempre nel cuore del Veneto tra Vicenza, Padova e Treviso portano immediamente Palladio all'attenzione dell'ambiente colto vicentino.
Le ville di Palladio nella provincia di Vicenza
Villa Thiene
Questa opera di Palladio è rimasta incompiuta. Si vede solamente quattro colonne doriche abbinate che sorreggono il grandioso frontone. Questa fabbrica, originale tra le ideazioni del Palladio, si ispira probabilmente alle architetture romane del cinquecento.
Villa Porto Thiene
Della Villa Thiene sono visibili solo alcuni fusti delle colonne in quanto la costruzione è stata interrotta molto presto.
Il progetto della villa prevedeva due barchesse laterali formate rispettivamente da due bracci. Però veniva eretta - e solamente in parte - quella di destra.
Villa Caldogno
Questa villa è un'opera attrubuita ad Andrea Palladio, ma è possibile che era finita da Pietro di Nata.
Il prospetto (Vorderansicht) nel quale si aprono nel centro tre fornici, è molto armonico. La facciata propone tre archi centrali che illuminano la loggia. Un frontone triangolare ribadisce (betont) il centro del prospetto.
Vicenza
Sia per quanto riguarda i grandi palazzi cittadini realizzati a Vicenza che per gli interventi pubblici che per quelli religiosi che per la Basilica, la loggia del Capitanio ed il Teatro Olimpico si qualificano come un centro della città, Palladio è la quintessenza fi Vicenza. Ormai la città si manifesta attraverso il linugaggio e le ambizioni contenute nell'architettura palladiana.
La Basilica
Palladio era affidato colla ricostruzione del gotico Palazzo della Ragione. Il suo progetto prevedeva che l'antico edificio fosse rivestito su tre dei suoi lati, dalla grandiosa invenzione di un doppio ordine di logge, organizzate secondo il motivo dell'apertura serliana. L'enorme spazio interno, ad aula unica, è coperto da un tetto a carena.
La loggia del Capitanio
La loggia del Capitanio è situata nella Piazza dei Signori, di fronte alla Basilica. Gli stucchi[5] bianchi e le statue di pietra che creano un effetto di contrasto sulla superfice di mattoni rossi del paramento murario. Le tre arcate imponenti del portico sono sottolineate dalle semicolonne dell'ordine gigante che giungono fin sotto la balaustra dell'attico, secondo uno stile caratteristico delle opere più tarde del grande architetto veneto.
Teatro Olimpico
Colla edificazione del Teatro Olimpico, Palladio vedeva l'occasione di avverarsi il sogno di costruire un teatro all'antica.
L'Olimpico ripropone la struttura dei teatri romani: la cavea, schiacciata per motivi di spazio, invece di essere a pianta semicircolare è semiellittica. La Frons Scenae appare come un arco di trionfo e l'arco centrale sembra di essere la 'Porta Regia'.
Villa Capra Valmarana detta 'La Rotonda'
La Rotonda, che ha parco e giardino, è concepita ancora più di altre ville come un palazzo suburbano. È ancora in buono stato ed è considerata come la villa più notevole del Palladio.
Questo più celebre capolavoro palladiano consiste in quattro progetti. Propongono l'identica soluzione di un pronao[6] civico apposto alle facce laterali di un cubo geometrico.
La Rotonda riprende e fonde molti degli elementi trattati nelle maggiori ville palladiane.
Gli interventi più celebri sono i palazzi Valamarana e Barbaran da Porto.
Palazzo Valmarana
Al palazzo Valmarana Palladio introduceva l'ordine gigante in un palazzo di città. Però non si tratta dell'unico elemento di originalità in questa fronte.
La facciata è costituita da sei colonne gigante che poggiano su un solido ed alto basamento. Negli intercolumni le finestre del piano rialza e del secondo piano si affacciano, ampie, sulla stretta via.
Palazzo Barbaran da Porto
Il primo piano è ornato da semicolonne ioniche, la facciata del secondo piano, invece, è movimentata dalla sequenza delle colonne corinzie e dai fastosi rilievi. Rilievi e stucchi arricchiscono anche le sale interne alle quali si accede attraverso un grandioso atrio a colonne ioniche.
Bassano del Grappa
Ponte di Bassano
Quest' elegante ponte in legno sul fiume Brenta è il monumento più caratteristico della città. Palladio era incaricato di progettare un ponte che unisse Bassano con Angarano, dopo che il precedente veniva distrutto dall'impeto delle acque del fiume.
Venezia
A Venezia Palladio non trovava committenti (Auftragsgeber) ad affidargli la prottazione di architettura civile. Così la sua attività era limitata all'ambito religioso. Le chiese realizzate da lui a Venezia spiccano la rivoluzionaria novità delle fronti e le geniali soluzioni planimetriche. Dalla facciata di San Francesco della Vigna passando per San Giorgio Maggiore fino alla chiesa del Redentore, Palladio eleborava il tema del frontone classico con portico terastilo d'origine gigante.
San Francesco della Vigna
La facciata di San Francesco della Vigna era realizzata da Palladio a completamento di un edificio costruito su un progetto di Sansovino[7].
A questa chiesa Palladio alzava tutta l'imposta (Gewölbeaufgang) degli ordini[8] sopra un elevantissimo basamento. Così il portale d'ingresso appare quasi tagliato dalle basi delle colonne (Säulen).
San Giorgio Maggiore
La facciata di San Giorgio è ispirata a quella realizzata in precedenza a San Francesco della Vigna. Tutti e due rappresentano una nuova soluzione del problema di accordare il frontone di un tempio classico con la struttura di una chiesa cristiana.
San Giorgio si presenta come un'immensa basilica antica, suddivisa in tre navate con copertura a botte e una grande cupola.
Siccome le apsidi[9] (Apsis) e le cupole bianche del Palladio sembrano incompatibili con la decorazione a fresco, si potrebbe quasi dire che egli preferisca nelle sue chiese la decorazione scultorea (plastisch) a quella pittorica.
Quando sono stata a Vicenza - nella città di Palladio - per la prima volta, ero molto impressa dal suo stile architettonico. Siccome mi piacevano le sue ville vicentine tantissimo, ha cominciato ad interessarmi nell'architettura sempre di più.
Durante i miei viaggi in Italia sono riuscita a vedere quasi tutte le opere d'arte di Palladio a Vicenza e dintorni. La villa che mi è impressionata di più era forse la Rotonda. Con il suo grande parco intorno, situata sopra una collina un po' fuori di Vicenza ha l'aria di una residenza reale. Ma quando ho visto la villa Porto Thiene e la villa Caldogno sono stata molto disingannata: tra colonne della villa Porto Thiene c'erano le corde da stendere il bucato e la villa Caldogno andava sempre di più in rovina.
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